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Notizie

contributi frequenza lingua per i figli dei dipendenti pubblici

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Contributi frequenza corsi lingua in Italia figli dipendenti pubblici. Il bando, per 5.000 borse di studio, è rivolto agli studenti che hanno frequentato gli ultimi due anni della scuola primaria
o la scuola secondaria di primo e secondo grado nel 2018/2019.
È attivo il bando di concorso dell’INPS per l’erogazione di contributi per la frequenza di corsi di lingua in Italia. Un bando riservato ai figli e agli orfani di dipendenti o pensionati pubblici iscritti al fondo della gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.
Il bando è destinato agli studenti che hanno frequentato gli ultimi due anni della scuola primaria o la scuola secondaria di primo e secondo grado nel 2018/2019. Ed è finalizzato a contribuire alle spese dei corsi per il conseguimento della certificazione linguistica (QCER) in una delle lingue comunitarie.
Le domande si potranno presentare online sul sito INPS a partire dal 26 giugno. La scadenza è fissata alle ore 12 del 26 luglio 2018.
Tutte le informazioni e le modalità per la presentazione delle domande sono disponibili nel bando.
Il corso
Il corso dovrà svolgersi nell’arco temporale da settembre 2019 a giugno 2020. Per un periodo minimo di 4 mesi e prevedere la frequenza obbligatoria per un monte ore complessivo minimo di 60 ore (di 60 minuti) di lezione in presenza;
Al termine del corso:
gli studenti che abbiano frequentato gli ultimi due anni della scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado (scuole medie) dovranno sostenere l’esame per conseguire la certificazione del livello A2 o B1 o B2 rilasciato dai competenti Enti certificatori;
questi alunni che abbiano frequentato la scuola secondaria di secondo grado dovranno sostenere l’esame per conseguire la certificazione del livello B1 o B2 o C1 o C2.

DALLE RSU ENTE REGIONE LOMBARDIA

R.S.U. - Ente Regione Lombardia - La Giunta

PEO, AUTISTI ED ACCERTATORI


Vi riportiamo al 2015 al famoso motto in campagna elettorale RSU “Peo per tutti”.
Al tramonto del 2019 la CGIL con il suo volantino dice di aver proposto a tutta la RSU di trovare il modo di attribuire quest’anno tutte le Peo mancanti. Intellettualmente onesto è dire che la RSU nella sua totalità sta cercando una soluzione a ciò che ha promesso nel 2015, quindi cari amici della CGIL non fatevi belli, ma cercate di mantenere quello che anche voi avete promesso in campagna elettorale. 



Il problema non è l’assegnazione delle Peo, bensì reperire i fondi necessari per la loro attivazione. Siccome la famosa coperta si rimpicciolisce sempre di più, ci dica la CGIL a quali fondi attingere per realizzare la progressione. Il Diccap ha sempre notoriamente dichiarato e affermato dove tali risorse potevano essere reperite all’interno del fondo salario accessorio, ossia rideterminare il numero delle PO in diminuzione, o quantomeno non riassegnare più le PO in quiescenza ( dal 2015-al 2017 n. 33 per un risparmio di circa 430.000= € , contabilizzate voi quante Peo avremmo potuto realizzare in più solo in questo triennio).


Ricordando che il triennio per le ultime progressioni è scaduto a gennaio 2018, ritengo onesto e necessario, chiedere scusa ai colleghi che ancora attendono la progressione, 


Senza alcuna ombra di demagogia e tantomeno proselitismo, la cui arte preferisco bandire dal Diccap, ricordo ai colleghi che la Peo è un diritto reale, per cui vi invito a limitare i danni economici subiti, risparmiando sul rinnovo delle tessere sindacali.


Per quanto riguarda l’indennità di responsabilità richiesta dagli autisti, gli amici della CGIL nel loro volantino scrivono: “
Gli autisti infatti sostengono di aver subito una notevole decurtazione di stipendio con il passaggio al nuovo sistema delle indennità previsto dal CCNL; inoltre fanno rilevare che sulle loro buste paga incide molto il pagamento delle multe.” 

Gli autisti non sostengono ma affermano con dati di fatto la decurtazione dovuta all’applicazione delle norme del favoloso CCNL del 21/5/2018 sottoscritto da 
CGIL, CISL, UIL e CSA. Quindi la richiesta avanzata all’amministrazione regionale è tesa ad attenuare il danno economico subito dalla categoria.

                                                          ACCERTATORI




Per quanto attiene agli accertatori ed autisti la CGIL, in consiglio RSU del 4/6/2019 in un passaggio dichiara:


(CGIL) sostiene che la richiesta degli autisti vada inserita in un ragionamento complessivo sulle indennità. Quello che occorre sono le risorse, siamo a giugno e a oggi non si è ancora parlato dell’entità del fondo. Fa presente che la CGIL sta lavorando anche per vedere riconosciute altre indennità come quelle degli agenti accertatori. Annuncia che di fronte a questa proposta la CGIL si asterrà, per i motivi detti prima e perché esprime dei dubbi sulla cumulabilità delle indennità. Sulla questione delle multe ha già ricordato in più occasioni che non solo gli autisti guidano le macchine regionali, e se qualche collega esce con la macchina regionale e prende una multa se la paga.”


Il Diccap non è contrario all’assegnazione di nuove indennità, ma in nome della trasparenza chiede agli amici della CGIL da dove ricavano le risorse per il cospicuo numero di indennità degli accertatori. 
Cerchiamo di non far pagare le spese sempre ai SOLITI NOTI!!!

A me pare, correggetemi se sbaglio, che le mansioni degli agenti accertatori rientrano in quelle di propria competenza come profilo professionale e non vanno remunerate con indennità varie, soprattutto in un periodo di vacche magre. 
(come si utilizzano i Fondi UE???)

Comunque vorrei ricordare che l’art. 17 comma 2 lettera F del CCNL 1/4/1999 è ancora in essere e non superato e quindi applicabile in tema di indennità.


Cordialmente


Il delegato RSU DICCAP
Leonardo Minniti

Minniti Leonardo 
Delegato RSU
Diccap_Usae
Piazza Città di Lombardia, 1
20124 Milano

Mail: 
Leonardo_Minniti@regione.lombardia.it

 

FUCCI SI OPPONE AL DECRETO DI CONDANNA PER DIFFAMAZIONE NEI CONFRONTI DEL DICCAP E DEL SUO DIRIGENTE SINDACALE DI POMEZIA

DI MARCHETTI ALESSANDRO E GUGLIELMO

 

Il 24 settembre 2019 è stata fissata l’udienza del processo che vede Fabio Fucci imputato per il delitto di diffamazione a mezzo stampa ai danni del sindacato DiCCAP e di Michele Gregis. All’epoca infatti rappresentavo i lavoratori della Polizia Locale quale sindacalista territoriale e membro della RSU.

Essendo parte offesa mi costituirò parte civile per fornire il mio contributo alla ricostruzione dei fatti che hanno riguardato la questione dei dipendenti del Comune di Pomezia, i cui contratti a tempo indeterminato sono stati sottoscritti con anni di ritardo poiché il Comune di Pomezia ha assunto una posizione sbagliata in contrapposizione con il sindacato.

Una serie di errori politico amministrativi costati anni di patimenti ai lavoratori, circa un milione di Euro alle casse comunali e lo scontro con le parti sociali il cui ruolo sociale è stato mistificato e marginalizzato.

Considero un dovere civico la partecipazione al processo poiché le affermazioni provenienti dal profilo facebook intitolato a Fabio Fucci e riprese sulla stampa, per me diffamatorie, sono state rivolte da un amministratore pubblico ad un rappresentante di un organismo di rilievo costituzionale quale è il sindacato, che chiedeva l’applicazione delle regole, a chi alle regole da amministratore pubblico ha giurato fedeltà.

Durante quel confronto, per attività condotte fuori dall’orario di lavoro ed in ambito sindacale, sono stato fatto segno di due provvedimenti disciplinari, di cui uno su segnalazione del Sindaco Fucci ed uno dell’allora Segretario Comunale. Uno dei due provvedimenti scaturì in un richiamo verbale per questioni di mera opportunità essendo stato riconosciuto il mio comportamento aderente a leggi e regolamenti. Il secondo provvedimento su cui tanto insistette il dott. Di Ascenzi e per critiche a lui rivolte, fu annullato dal Giudice del Lavoro.

Oggi come allora non mi è comprensibile il motivo per cui il Comune di Pomezia spese tanto denaro pubblico per difendere atti illegittimi. Oggi come allora confido nelle strutture repubblicane che la costituzione ha costruito con ampi bilanciamenti per correggere le derive individuali.

Oggi Fabio Fucci da politico di opposizione richiede sui giornali il rafforzamento della sicurezza, ma durante il proprio governo, quando ha potuto scegliere, non ha mai assunto un solo agente della Polizia Locale, preferendo nella programmazione assunzionale impiegati amministrativi, contabili, autisti informatici e quant’altro, lasciando che l’organico della Polizia Locale diminuisse costantemente per effetto di pensionamenti e dimissioni.

A Fabio Fucci spetta il diritto di difendersi in aula contro il decreto penale di condanna e ricorrere fino alla cassazione, sul discernimento tra il diritto di espressione e l’uso delittuoso dei media.

In questo processo Fabio Fucci si avvale dell’affermato Avv. Leoncilli, noto per essere già stato incaricato di molte cause per conto del Comune di Pomezia. Io sarò assistito dall’Avvocato Mario Pinchera che con il suo studio legale assicura da anni la costituzione di parte civile agli agenti della Polizia Locale vittime di aggressioni.